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La giornata

Scuola Ape Maia / Progetto educativo / Gli obiettivi

La giornata a scuola

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Il progetto educativo deve prevedere un’accurata organizzazione dei tempi e dei ritmi della giornata del bambino al nido, garantendo anche un buon grado di flessibilità se motivato da imprevisti o a da esigenze particolari dei bambini.

Nella vita del nido, le azioni di cura e di attenzione rivolte quotidianamente dagli educatori ai bambini con carattere di ripetitività tanto da essere convenzionalmente denominate routines, scandiscono il tempo educativo e, per i bambini, hanno una fondamentale valenza sia sul piano emotivo che cognitivo. Parliamo dell’accoglienza, della cura del corpo, del pranzo, del riposo, del commiato, ovvero di tutti quei momenti che danno il ritmo alla giornata nei quali l’azione dell’educatore nei confronti del bambino assume un carattere “speciale”, spesso anche dal punto di vista individuale (es. durante il cambio). Valorizzare questi momenti è molto importante per il benessere dei bambini. La giornata viene organizzata tenendo presente i ritmi dei bambini alternando momenti legati soprattutto al soddisfacimento di bisogni primari (alimentazione,igiene personale,riposo) a momenti di attività didattica programmata in base alla fascia di età del bambino,a momenti di gioco libero ed organizzato,laboratori e situazioni che implicano la partecipazione dei genitori.

L’organizzazione della giornata educativa al nido,se da un lato consente al bambino di svolgere attività stimolanti ,dall’altro garantisce quiete e riservatezza.

Tre sono i momenti principali della giornata:

  • Accoglienza e commiato con i genitori, che delimitano il tempo della giornata educativa al nido,
  • Momenti di cura(cambio, pranzo e riposo)che sono semplici cure assistenziali, ma momenti altamente educativi perché consentono una conoscenza reciproca tra bambino e adulto.
  • Attività educative, in riferimento alle linee pedagogiche e metodologiche collegialmente condivise e formalizzate nella stesura del progetto educativo.

I sensi

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La scuola ripone grande attenzione alle emozioni, sul loro sviluppo, il loro riconoscimento e la loro estrema importanza all’interno delle relazioni. Le emozioni nascono dall’interazione di aspetti corporei “cuore”e cognitivi “mente”.Solo nella seconda metà del primo anno di vita i piccoli iniziano a cogliere i significati che vanno aldilà di quello che si può cogliere con i sensi e che coinvolgono ciò che sta dietro al comportamento osservabile, cioè la mente. Alla fine del primo anno sono anche in grado di utilizzare le emozioni proprie ed altrui per valutare le situazioni; inoltre esse assumono un ruolo importante per l’apprendimento di abilità sociali e cognitive. Come afferma Goleman ,ogni bambino per poter apprendere in modo efficace deve aver sviluppato diversi “ingredienti” fondamentali collegati l’intelligenza emotiva: fiducia, curiosità, intenzionalità, autocontrollo, capacità di comunicare, capacità di cooperare. Tutti i sensi sono attivi nella relazione tra il bambino e chi si prende cura di lui e vengono coinvolti nell’esperienza emotiva e nella sua regolazione:il tatto, l’udito, la vista, l’olfatto e il gusto.

Gusto e olfatto:rivestono un ruolo importante per la regolazione emozionale. Per i bambini più piccoli, l’incontro con il cibo rappresenta la prima modalità per procurarsi sensazione di benessere. Il cibo inoltre è la prima relazione significativa tra cure del genitore (o educatore)e bisogni del bambino.

Vista: fin dai primi mesi di vita è il contatto oculare col caregiver e successivamente guardare il caregiver e gli oggetti, a costituisce un aspetto molto importante della relazione e della regolazione emotiva.

Tatto: questo senso occupa un posto centrale nell’instaurarsi della relazione bambino- caregiver e di conseguenza nel processo di regolazione delle emozioni;attraverso il con- tatto possiamo trasmettere e ricevere messaggi emotivamente connotati (benessere,sollievo,gratitudine,consolazione ma talvolta anche rabbia,disagio,paura).

Udito: la regolazione delle emozioni avviene frequentemente anche attraverso gli scambi vocali tra bambino e caregiver. Al nido solitamente vengono dedicati alcuni momenti alle canzoncine ritmate o alle filastrocche; già dai primi mesi di vita si può far ascoltare la musica con diversi ritmi e,quando il piccolo ha imparato almeno a stare seduto da solo e ad afferrare gli oggetti,gli si possono proporre “strumenti musicali”,costruiti anche con materiale di recupero,come scatolette di latta e cartone,su cui il bambino può battere o bottigliette di plastica riempite ad esempio con pasta,fagioli,che,agitate o fatte rotolare producono suoni differenti.

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